Archivio edizioni Short on Work

Vincitore:
Bergie di Dien Weys (Sud Africa, 2022)
Motivazione: Il lavoro come pretesto per parlare della natura umana: eroismo, viltà e rispetto si incrociano in un angolo di strada in Sud Africa. Un breve racconto potente sul conflitto tra “dovere” ed “essere” a fronte della triste realtà dei senzatetto. Semplice ma efficace per descrivere una verità difficile: il divertimento dei vivi prima dell’empatia con i morti.

Menzioni speciali:
Mollusk di Adrien du Chouchet (France, 2023)
Motivazione: Il non-sense è la prospettiva scelta per raccontare l’inettitudine e il senso di inadeguatezza del giovane protagonista, e la sua apatia derivante dall’assenza del lavoro. La trasformazione in cozza, presentata come un’opportunità lavorativa capace di dare un senso alla vita, è la grottesca soluzione accettata che diventa in realtà una tragica uscita dal mondo del lavoro per rinchiudersi in una “madre conchiglia”.

Parlez-vous? di Aitor de Kintana (Spain, 2022)
Motivazione: Il corto è un’iperbole dissacrante divertente e splendidamente interpretata, in cui la principale (se non unica) competenza del candidato è la conoscenza delle persone giuste. Un problema reale messo in scena in maniera lineare, pulita e ironica.

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi il 31 maggio 2023.

Vincitore:
L’Au-delà di Daniel Maurer (Svizzera, 2021)
Motivazione: Il racconto sensibile di una professione nascosta, resa visibile dall’emergenza del Covid19. Un’osservazione sobria e rispettosa, condotta con dignità: la stessa con cui il lavoratore protagonista si prende cura delle vite spezzate dalla pandemia.

Menzioni speciali:
Toke di Ayuso José Antonio Álvarez (UK, USA, 2021)
Motivazione: Per aver rappresentato la dimensione della disabilità all’interno del lavoro con un racconto raffinato, caratterizzato da un sapiente uso della fotografia, del montaggio e della colonna sonora.

Je suis un poisson di Salomé Rouaud-Nicod (Francia, 2020)
Motivazione: Per aver utilizzato il linguaggio dell’animazione al fine di rappresentare quanto di più realistico vi sia nella dimensione lavorativa: la difesa della propria identità e della propria “natura” dall’omologazione professionale.

Porappe di Jesús Martínez (Spagna, 2021)
Motivazione: Per aver raccontato i nuovi lavoratori-bambini del web, con un sapiente uso della camera fissa, in grado di valorizzare un’ottima performance suffragata da un’eccezionale sceneggiatura.

Altri Video Selezionati:

  • Absence di Bo-Sheng Wu, En-Chi Chu (Taiwan, 2021)
  • Elephant In The Room di Ching-Ju Yang (Taiwan, 2021)
  • Good Job di Eric Bradford, Techin Chen, Virág Negyedy, Jose Alejandro Segura Mena (Francia, 2021)
  • Leaf di Aliona Baranova (Bielorussia e Repubblica Ceca, 2020)
  • Our Narratives di Drew Mazyck (Germania, 2021)
  • W(or)K di John B Lowe (Canada, 2020)

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi, giovedì 16 dicembre 2021.

Vincitore:
Ethnography of factories di Anastasiia Ksenofontova (Russia, 2020)

Menzioni speciali:
A kid and his Panda di Sydney Ribot (USA, 2020)
Motivazione: Un corto enigmatico e suggestivo, a tratti nero, che racconta il grande tema della conciliazione vita-lavoro da un punto di vista inedito, quello maschile, in cui il rapporto padre-figlio si sovrappone a quello tra spazio degli affetti e spazio della professione.

La deuxième ligne (The second line) di Clara Beaudoux (Belgio, 2020)
Motivazione: Nella pandemia, il lavoro invisibile diventa essenziale e i lavoratori di seconda linea si appropriano della scena. Con una sinfonia di movimenti e una coreografia di suoni “Second Line” ribalta il rapporto tra visibilità e necessità del lavoro e dei lavoratori.

The yard di Kim Sangman (Corea del sud, 2020)
Motivazione: Utilizzando i canoni stilistici del video d’arte, i gesti universali, evocativi e precisi di una performance, e il ritmo della musica popolare, il corto narra di un infortunio sul lavoro, per arrivare a interrogarsi sul senso ultimo della sua funzione.

Altri Video Selezionati:

  • Fulmini e saette di Daniele LInce (Italia, 2019)
  • Nos Heros (Our Heroes) di Léo Granperret (Francia, 2020)
  • The virtues of normality di Alison Burns (Germania, 2020)
  • Invisible di Liu Yu-Hsuan, Hsiao Sheng-Wen (Taiwan, 2020)
  • I am the one! di di Theo Eifrig (Belgio-Francia, 2020)
  • Forza per spostamento di Rosa Canosa (Italia, 2020)
  • Le dernier showman (The last showman) di David Le Meur (Francia, 2020)

Vista l’impossibilità di effettuare la cerimonia di premiazione conclusiva del Concorso per via delle limitazioni imposte dalla pandemia di Covid19, la cerimonia di premiazione ha preso la forma di un vero e proprio Festival, nell’ambito del quale sono stati presentati gli undici cortometraggi finalisti in anteprima nei giorni dall’11 al 13 dicembre 2020. La proiezione dei corti è andata in onda sul canale YouTube della Fondazione Marco Biagi e sulla nostra pagina Facebook, senza interruzioni dalle ore 11:00 fino alle ore 23:00.
La cerimonia finale di premiazione, invece, si è svolta on line, mercoledì 16 dicembre 2020 dalle 18:00 alle 19:30.

Vincitore:

Menzioni speciali:

 

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi, il 20 novembre 2019.

Vincitore:
Eight hours di Jonas Denzel (USA, 2017)
Motivazione: Per la capacità di utilizzare i modi del documentario osservativo. Per la capacità di trasformare i gesti quotidiani di una lavanderia in una sorta di coreografia meccanica. Per la sua fecondità nell’alimentare la nostra riflessione metodologica

Secondo classificato:
16 Semanas di Carlota Coronado (Spagna, 2017)
Motivazione: Perché ribadisce che la maternità è ancora troppo spesso un ostacolo alla carriera. Perché lo fa con un espediente narrativo tanto semplice quanto potente.

Menzione speciale:
La giornata di Pipo Mezzapesa (Italia, 2017)
Motivazione: Perché miscela finzione e documentarismo, trasformando una storia vera, di attualità, in una vicenda esemplare di sfruttamento. Per la coralità delle testimonianze, che risultano sia punti di vista frammentati sia corresponsabilità cumulate, nell’avvelenamento del luogo di lavoro e nell’accettazione di condizioni illegali e disumane.

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi, il 15 dicembre 2017.

Vincitore:
Gruneres Gras di Veronika Hafner (Germania, 2014)
Motivazione: Un dispositivo semplice, ma perfetto per rappresentare lo scarto tra il lavoro effettivo, quale che esso sia, e il lavoro ideale. Una giostra di frustrazioni lavorative e ambizioni di cambiamento. Una spirale mimetica in cui è sempre qualcun altro a fare il lavoro che si vorrebbe fare. Basta un giro, a risucchiare l’idea di lavoro come vocazione e inghiottire il mito aziendalistico della persona giusta al posto giusto.

Secondo classificato:
Senor o senorito? di Cristina Piernas (Spagna, 2015)
Motivazione: Per aver condensato all’interno di una narrazione ironica e brillante molte delle problematiche legate all’influenza del genere sul posto di lavoro. Cosa succederebbe se in un colloquio di lavoro si ponessero a un uomo tutte le domande che spesso è ritenuto naturale porre a una donna? Sembra questa la domanda da cui si snoda tutta la narrazione del corto che, in un ribaltamento carnevalesco e caricaturale dei ruoli, fa emergere una serie di problematiche connesse al legame tra genere e lavoro. Dalla premessa e promessa di non avere in progetto altri figli, passando per la necessità di un certo tipo di dress code orientato al gusto maschile, fino ad arrivare alla conciliazione vita-lavoro.

Menzioni speciali:
Call of beauty di Brenda Lien (Germania, 2010)
Motivazione: Per aver portato in scena il retroscena di una professione tanto giovane quanto estremamente diffusa, quella delle youtuber/make up stylist. Di questo lavoro viene raccontato ciò che avviene dietro le quinte, un’attività del tutto opposta alle obbligatorie atmosfere colorate e frizzanti dei video virali. Tramite repentini cambi di regia, si passa dalle atmosfere luminose dei video di Youtube a un back office fatto di lavoro al buio e di continui rimaneggiamenti in termini di time-line, luce e aggiustamenti con Photoshop. Una narrazione che porta alla luce la fatica spesso adombrata di un’attività che, seppur caratterizzata in apparenza da atmosfere colorate e spensierate, viene raccontata prima di tutto come un lavoro.

We want to retire to the age 55 di Alessandro Diaco (Italia-Tunisia, 2016)
Motivazione: Per avere rappresentato con straordinaria chiarezza e con immagini altamente suggestive le condizioni di lavoro in un contesto industriale ad alta pericolosità, offrendo un importante contributo di rappresentazione della condizione operaia e delle rivendicazioni dei lavoratori oggi.

Where have the flowers gone di Chan Sin-hong (Cina-Hong Kong, 2016)
Motivazione: Per riuscire a conciliare forza e poesia nella narrazione di un’immensa macchina di produzione collettiva che schiaccia e inghiotte tutto ciò che incontra. Un film di animazione forte, scuro, allo stesso tempo delicato e poetico come il fiore che segue il protagonista durante tutto il corso della storia. Il film rappresenta inoltre in modo emblematico lo sviluppo industriale accelerato che negli ultimi anni ha coinvolto la Cina e che ha spazzato via intere comunità rurali, impiegando i nuovi lavoratori in mansioni alienanti e disorientandoli in una nuova vita fatta di anonimi palazzoni cittadini.

Quello che non si vede di Dario Samuele Leone (Italia, 2016)
Motivazione: Per la capacità di rendere una storia e una condizione umana attraverso una raffinata (ma non forzata)invenzione filmica, anche grazie alla pregevole interpretazione dell’attore protagonista

Altri Video Selezionati:

  • Aurelio di Diego Somarribas (Costa Rica, 2016)
  • Der rest vom Fest di Pierre-Yves Dalka (Germania, 2015)
  • Eat di Moritz Krämer (Germania, 2012)
  • Femme modele di Philippe Orreindy (Francia, 2016)
  • Je suis une ouvriere di Claudine Van Beneden (Francia, 2015)
  • La menuisiere di Michel Demers (Canada – Quebec, 2014)
  • Stamp di Mikhail Medvedev (Russia, 2015)

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi, il 14 dicembre 2016.

Vincitore:
Let our men dance di Hiwa Aminnejad (Iran, 2015)
Motivazione: Per aver offerto un punto di vista non occidentale sulle questioni di genere al lavoro. Per aver saputo mettere in risalto, con le sole immagini e in assenza di parole, sia la dimensione poetica, sia il valore sociale e culturale del lavoro, la complessità delle relazioni che determina, anche nella dimensione ecologica.

Secondo classificato:
Shift di Kristina Meiton (Svezia, 2014)
Motivazione: Una vista multipla e sincrona su spazi e tempi di lavoro diversi e sconnessi; cosa accomuna un camionista, una fabbrica di bottiglie e una pasticceria industriale? Una domanda che l’opera lascia sperimentalmente aperta.

Menzioni speciali:
Sweep di Harold Chapman (Regno Unito, 2010)
Motivazione: Per la capacità di dare voce alla quotidianità e di trovare narrazioni nell’ordinario. I racconti di persone differenti per nazionalità ma accomunate dallo stesso lavoro fatto con dignità aprono nuovi inaspettati sguardi sul mondo.

Pistola in the city di Isabel Sadurni (USA, 2015)
Motivazione: Per aver offerto, attraverso una prospettiva soggettivante e inaspettata, uno sguardo innovativo sull’importanza dell’identità di genere anche sul luogo di lavoro. Per aver posto sul palco della narrazione una reazione coraggiosa ad alcuni stereotipi di genere che investono la figura femminile nei diversi spazi sociali, cogliendo in maniera sensibile una (contro)tendenza quanto mai attuale.

Dust di Nayani Sandya Chandrasinghe (Sri Lanka, 2013)
Motivazione: Estrarre oro dai liquami (per mantenere la propria tossicodipendenza). Per documentarlo bisogna osservare da molto vicino, e contemporaneamente mantenere il distacco necessario per non essere coinvolti empaticamente.

Video selezionati:

  • Cocolo ramen di Francoise Desbois
  • Fiddlers on the roof di Alexander Hahn
  • Four movements di Raffaella Rivi
  • Glass Blowing di Jerome Gerlache
  • Non tutte le cose si consumano di Riccardo Cattapan
  • One Line di Sobral Manu and Fernando Calabron
  • Une passion d’or et de feu di Pins Sébastien

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi, il 10 dicembre 2015.

Vincitore:
Treasure of the sea di Astra Zoldnere
Motivazione:Per la capacità di modulare, con piani e campi differenti, una storia visivamente potente, ricca di evocazioni antropologiche, in cui il sudore e la fatica del lavoro sono inserite in più vaste, e ludiche, appartenenze sociali.

Secondo classificato:
Amar di Andrew Hinton
Motivazione: La vita quotidiana, tra lavoro – scuola – lavoro, di un ragazzino indiano, nella sua città. Amar ci offre un racconto pacato, senza dialoghi né narratori, intenso e coeso, denso di informazioni visive. Il documentario apre alle relazioni familiari e sociali, agli spazi compositi che contestualizzano la giornata del protagonista, organizzata e impegnativa.

Menzioni speciali:
Lainer di Anna Intemann e Dana Loeffelholz
Motivazione: Un disoccupato tedesco sulla trentina va in Cina a cercare lavoro. Lo trova, come stiratore in un’ impresa di confezioni. Non è un “lavoratore della conoscenza”. Non è un lavoratore ben pagato. Il suo disagio è altissimo: lingua, cibo, qualità della vita… tutto in Cina è così diverso dalla Germania. Lainer cerca di adattarsi; non è chiaro quanto ci riesca. Nel complesso, una situazione stranissima, senza un solo indizio della sua natura di fiction. Intelligente, provocatorio. Auspicabilmente non preveggente

Varvilla di Valerio Gnesini
Motivazione: La rappresentazione di un ottimo esempio della relazione binomiale costituita dai sistemi di mercato e dalle relazioni umane, alla base del collegamento fondamentale che sussiste tra economia e società. Nel mondo cooperativo di “Varvilla” le persone decidono di dedicare il proprio tempo libero e le proprie esperienze esistenziali e professionali per metterli a disposizione delle propria piccola società montanara.

Video selezionati:

  • Aka Shegena di Richard Magumba
  • Big di Jerome de Gerlache
  • Black Coal di Tania Santarem
  • Hammer and Flame di Pilikian Vaughan
  • La bataille d’Angleterre di Denis Volte
  • Le papier Japon di Manuel Peluso
  • Obsolete impressions di Alessandro Focareta
  • Office Kingdom di Salvatore Centroducati
  • The Salmon Smoker di Nikolaj Belzer
  • Una fonderia da sogno di Wilma Massucco

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi, il 12 dicembre 2014.

Vincitore:
Sardu Shearing
di Norma Colombero
Motivazione: Per aver saputo raccontare un mestiere antichissimo, di cui però pochi sono a conoscenza, in maniera forte e originale e senza retorica, inquadrandolo in una prospettiva odierna e dedicando grande attenzione alla professionalità di chi lo esercita e per aver saputo tratteggiare l’abilità nella trasmissione dei saperi tra persone di nazionalità diverse, che vanno a formare una comunità “mobile” pronta a spostarsi di paese in paese.

Secondo classificato:
Teatro Sociale Gualtieri “Cantiere aperto”. Lavoro bene comune di Alessandro Bonvini
Motivazione: Per aver documentato e raccontato un’esperienza unica e una sfida di grande attualità e di grande valore culturale e sociale. Un progetto di condivisione di saperi artigianali e locali, un’esperienza di lavoro condiviso che ha coinvolto decine di persone  volontarie per il perseguimento di un comune obiettivo.

Menzione speciale “Togetherness”: In collaborazione con il festivalFilosofia di Modena e in coerenza con il tema dell’edizione 2013 “sull’Amare”, la menzione speciale Togetherness intende premiare i video in cui si palesa la natura relazionale del lavoro.

Coworking in progress di Luciano de Simone, Andrea Lazslo de Simone e Antonio Orria
Motivazione: Per aver saputo parlare, attraverso un racconto multiplo e un ottimo stile di montaggio audiovisivo, di una nuova modalità organizzativa in cui la relazione con gli altri è intesa in modo assolutamente originale. E per aver saputo cogliere questa realtà emergente con uno sguardo globale, nei suoi aspetti teorici e pratici.

La solitudine dello startupper di Luca Bedini e Gabriele Veronesi
Motivazione: Per l’originalità  del soggetto ma soprattutto del punto di vista narrativo: la solitudine e il travaglio interiore che generano un’innovazione e l’immersione nell’universo dei creativi e degli innovatori. Per aver saputo rendere visibili questi percorsi con un approccio orientato al giornalismo e con l’utilizzo di immagini che si coniugano perfettamente con la scelta musicale.

Menzione speciale “Lavoro e Capitale Umano”:
Bonvini, Inscì e compagnia bela di Matteo Mattana
Motivazione: Per essere riuscito a suggerire il cambiamento nel tempo della società mediante il racconto della storia di un mestiere e di tutti i tasselli che lo compongono, anche grazie alla grande capacità narrativa del protagonista. Per l’interessante relazione tra il racconto e le immagini che presentano dettagliatamente macchine e oggetti, con cui il protagonista ha un rapporto quasi “sensuale”, e che conducono alla rivalutazione di un lavoro risultato di incastri e di pezzi di storia.

Words by di Martyna Glawocka
Motivazione: Per l’originalità del soggetto e per aver dato rappresentazione non solo di un luogo di commercio tra venditori e consumatori ma piuttosto di interscambio che permette e facilita l’intrecciarsi di relazioni tra persone. Attraverso le lunghe conversazioni dei personaggi, il lavoro viene a configurarsi come una forma di socialità e soprattutto come un veicolo di comunicazione delle esperienze altrui. Un lavoro, quindi, al cui centro compare proprio il capitale umano.

Video selezionati:

  • Logos hope project workers di Logos Hope Communications Department
  • Most of my work comes from the sea di Billy Bolton, Joe Wilson
  • Rough trade a permanent record di Verrocchio Emiliano, Vecchi Ilaria e DeCollibus Mattia
  • Frontline health workers in India di Jones Carolyn
  • Coworking: a new way of considering work di Tranquillo Alessandra
  • A(i) tempi del Bepi di Morghen Nadia, Rosà Irene e Pasini Francesca

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi, il 19 giugno 2013.

Vincitore:
2033 di Silvia Bencivelli e Chiara Tarfano
Motivazione:

Secondo classificato:
Dreams from the bin di Antonella Deplano e Stefano Ricci
Motivazione: L’avventura creativa e professionale di un artista del suono. Una narrazione ben ritmata ed espressivamente efficace di un lavoro “di innovazione”, un progetto creativo e pedagogico che affronta alcune tensioni tipiche della contemporaneità, quali il rapporto tra l’uomo, la natura e la tecnologia, e la relazione tra lavoro e valore.

Menzioni speciali:
Con la testa, con le mani di Stefano Mazza e Maddalena Vianello
Motivazione: Il lavoro femminile nella piccola-media impresa metalmeccanica. Una video-ricerca attraverso interviste a operaie, strutturate intorno ai problemi della conciliazione vita-lavoro: la divisione del lavoro familiare e la gestione dei rapporti con il datore di lavoro. Persuasivo e interessante nei metodi di ricerca, in particolare in riferimento al rapporto tra ricercatore e oggetto di indagine.

Teresina Barbiere di Marta Zen
Motivazione: Per la forza e la veridicità del personaggio e per il dinamismo della fotografia e del montaggio. Poter vedere lei lavorare mentre risponde all’intervista, permette di percepire le sfumature del suo lavoro. Si nota lo sforzo di presentare una saggezza antica e di confrontarla con il presente, attraverso le memorie di una donna che descrive le sue esperienze con il linguaggio di una storia personale e vera.

Shaping Gods di Jurgen Schaflechner
Motivazione:

Il laboratorio di scultura di statue per templi, in Pakistan. Un soggetto originale reso con buona tecnica e con ironia, attento al confronto interculturale. Il protagonista, dopo un’esperienza artigianale ventennale, prefigura un futuro da artista autonomo mentre dirige puntualmente i suoi numerosi assistenti.

Il legno che canta di Emilio Corradini, Bianca Chiarot, Nicolò Messori
Motivazione: Il filmato mette in risalto le qualità del lavoro manuale svolto in bottega. La passione dell’artigiano viene illustrata con poesia e delicatezza e si mette in luce una visione del lavoro fondata sullo scambio e sulla sinergia.

Video selezionati:

  • Aurora di Piers Sanderson
  • A local legend di Davide Pastorello
  • Art of living di Raphaelle Ayach
  • Anche le capre chattano di Roberto Ciuffetelli
  • Cricklewood Craic di Andrew Berekdar
  • Into deep space di Anne Milne

La cerimonia finale di premiazione si è svolta presso l’Auditorium della Fondazione Marco Biagi, il —- 2012.